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Napoli – Young Boys 3-0: l’analisi tattica della partita

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lavagnatatticaVersione ridotta, senza immagini speciali, della nostra rubrica dedicata all’analisi tattica per lo scontro di Europa League tra Napoli e Young Boys. La partita è a pochi giorni di distanza dal match di campionato con la Fiorentina e, sopratutto, ha offerto pochissime novità dal punto di vista tattico e non molti spunti per discutere sulla disposizione degli uomini in campo e sui loro movimenti. I tre goal degli azzurri sono stati tutti abbastanza episodici: il vento ha spinto il pallone all’incrocio dei pali in occasione dell’1-0, Zapata ha creato dal nulla il goal del 2-0 e, anche se l’azione preparatoria è stata molto bella, la marcatura del definitivo 3-0 è scaturita, fondamentalmente, da un marchiano errore al rinvio di Rochat, che ha servito sui piedi di De Guzman il pallone per determinare il risultato che il Napoli è riuscito a portare fino al fischio finale.

 

Il Napoli ha disputato gran parte dell’incontro con un 4-2-3-1 puro, specialmente dall’ingresso di Ghoulam per Britos in avanti. Se, in precedenza, Mesto aveva più libertà di scendere rispetto all’esterno difensivo azzurro opposto, dall’entrata del francoalgerino l’alternanza è stata più frequente e molto ben rispettata. Anche la posizione di Insigne si è leggermente modificata da quel momento: mentre prima doveva accentrarsi più spesso, dagli ultimi dieci minuti del primo tempo in avanti, il numero 24 partenopeo ha sfruttato maggiormente l’out sinistro, favorendo in questo modo anche i primi inserimenti negli spazi centrali di De Guzman. L’intesa maggiore tra Insigne e Ghoulam, rispetto a quella del napoletano con l’uruguaiano, si è notata subito, e ha fruttato molto anche nel corso del secondo tempo. Il centrocampista olandese invece, proprio da quel momento in avanti, ha dimostrato nelle occasioni delle tre reti e almeno in altri tre frangenti di conoscere benissimo i tempi d’inserimento nella zona centrale dell’attacco, candidandosi prepotentemente al ruolo di vice Hamsik, considerato anche il ritorno dei fastidi alla caviglia di Michu. L’autore della tripletta si è trovato sicuramente più a suo agio rispetto a quando è stato utilizzato da esterno offensivo destro, al posto di Callejon.

 

Altra nota da sottolineare rispetto alla ‘purezza’ dello schema utilizzato contro la formazione svizzera, è la posizione bloccata della linea mediana. Gargano e Inler hanno giocato costantemente l’uno accanto all’altro, a differenza di quanto si era potuto osservare con Jorginho e David Lopez nelle partite precedenti, quando i due spesso si erano trovati in linea lungo la stessa verticale, con l’italo-brasiliano utilizzato accanto ad Hamsik per dare maggiore pressione nella trequarti offensiva. Ma, mentre Gargano ha confermato le sue qualità di corsa e di recupero del pallone, Inler è sembrato ancora leggermente in difficoltà, specialmente nel primo tempo. Lo svizzero sembra proprio non avere il passo per garantire copertura davanti alla difesa. D’altra parte, quando trova il tempo e la tranquillità del passaggio verticale, come nell’occasione del lancio per Zapata che si lancerà verso l’assist decisivo per il 2-0, resta l’unico giocatore che può trovare soluzioni che prevedano il superamento, grazie a un buon passaggio in profondità, di una delle linee difensive avversarie. Sottolineiamo, infine, il fatto che la coppia di difensori centrali non sembrava assolutamente essere al proprio debutto dal primo minuto. Koulibaly e Henrique, pur se non particolarmente sollecitati, hanno mostrato intesa e complementarietà. Senso della posizione e anticipo sui palloni frontali sono stati costantemente positivi, così come la capacità di far partire l’azione con passaggi precisi sugli esterni da parte di entrambi.

 

Cos’è cambiato rispetto a due settimane fa? Considerato che la formazione non era tanto diversa da quella schierata a Berna, l’analisi non può che convergere su due fattori. Il primo è sicuramente la forma fisica. Il Napoli è in palla, sembra essere al top della forma praticamente in tutti i suoi uomini, e i risultati positivi in serie stanno sicuramente dando fiducia a tutto il gruppo, anche a quei giocatori che stanno venendo impiegati meno. Il secondo, e visto come si è sbloccata la partita non si può non citarla, è la fortuna. Anche nella partita de l’altroieri il Napoli stava rischiando di andare all’intervallo senza concretizzare quello che aveva costruito, specialmente negli ultimi dieci minuti del primo tempo. Anche a Berna gli azzurri si erano resi capaci di concludere numerose volte a rete, ma il rientro negli spogliatoi sullo 0-0 aveva caricato lo Young Boys, consapevole di poter compiere un’impresa. Il Napoli poi nel secondo tempo ha legittimato del tutto il risultato, costruendo occasioni a ripetizione, e anche in questo caso raccogliendo meno di quanto seminato.
Tornando all’aspetto della forma fisica, sembra si possa dire, non senza un briciolo di banalità, che questa sia fondamentale per vedere il Napoli esprimere il gioco cui ci aveva abituato per lunghi tratti della scorsa stagione e al quale sembra star tornando prepotentemente. Nessun fattore al momento indica la possibilità di un calo, ma la sfortuna o la bravura degli avversari sono ancora elementi capaci di influenzare il risultato finale delle partite degli azzurri.

 

Alberto Francesco Sanci – Redazione Napolisoccer.net


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